”…..queste aggressioni sono state compiute da pochi individui particolarmente violenti mentre la manifestazione dei lavoratori in sciopero si svolgeva in modo tranquillo…..”
Comunicato Air France del 5 ottobre 2015
“Quattro dipendenti di Air France sono stati arrestati questa mattina, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sui disordini scoppiati in occasione dell’incontro tra i vertici dell’azienda e i sindacati. Lo hanno reso noto fonti di polizia e della procura. I quattro, che lavorano per la filiale Cargo di Air France, sono stati arrestati verso le 6 del mattino nelle rispettive abitazioni, situate nella periferia della regione parigina. Diverse centinaia di lavoratori avevano fatto irruzione, lo scorso 5 ottobre, durante il comitato d’impresa - organo gestionale che riunisce rappresentanti della direzione e dei dipendenti - convocato per informare i lavoratori del progetto di ristrutturazione della compagnia. Due alti dirigenti di Air France erano stati fisicamente aggrediti, con le camicie strappate, ed erano dovuti fuggire precipitosamente scavalcando delle recinzioni.”
Rai News del 12 ottobre 2015
Dopo le botte da orbi nel quartier generale di Air-France-Klm all’annuncio del piano di tagli da 2.900 posti, interviene la politica. E’ il presidente François Hollande a definire “inaccettabili” le violenze subite dai manager perché “ledono l’immagine” della compagnia. A fare da eco al presidente anche il premier francese, Manuel Valls che parla di “sanzioni pesanti per chi si è macchiato di tali atti”. Il chiaro riferimento è alle foto del dirigente di Air France-Klm, con la camicia a brandelli, mentre tentano di fuggire dai lavoratori inferociti e che hanno fatto il giro del mondo. Il bilancio finale è stato di sette feriti, di cui uno grave.
Rai News del 6 ottobre 2015
Il 5 ottobre scorso chi frequenta internet si è trovato di fronte ad una visione a dir poco singolare, dirigenti di un’importante compagnia aerea come Air France che fuggono inseguiti dai lavoratori con la giacca e la camicia stracciata. E’ il caso di dire, in senso letterale, che è uno dei rari casi nei quali il re è effettivamente nudo, o quasi.
Gli amanti di una grigia e melanconica serietà potranno rilevare che la massa di pubblicazioni di foto che mostrano i due alti dirigenti in fuga, che si arrampicano su una rete, che si allontanano risponde a una logica ludica e sin fanciullesca.
Per parte mia ritengo, al contrario, che la lotta di classe, proprio perché non è il meccanico scontro di masse in cieco movimento ma una relazione sociale sia fra le classi che all’interno della nostra classe, trova nella dimensione simbolica uno stimolo, un orientamento, un linguaggio.
Basta pensare, a questo proposito, all’impatto che ebbero nel 1968, la foto di due atleti afroamericani che, premiati alle olimpiadi di Città del Messico, salutarono levando in alto il pugno o a quella di una ragazza con una bandiera anarchica tenuta in spalla da un compagno nel corso del maggio francese.
La lotta fra le classi, insomma, è lotta anche sul terreno delle idee e dell’immaginario. Ora, il fatto che in tempi nei quali l’avversario sembra troppo spesso invincibile, nei quali sovente la nostra comunicazione pone l’accento, è costretta a porre l’accento, sui caratteri infami dell’oppressione e dello sfruttamento senza poter indicare una via di uscita in avanti, una risposta adeguata, un prendere noi l’iniziativa, il vedere i corpi semidenudati di due tecnocrati che stavano tranquillamente “trattando” dei licenziamenti di massa fornisce uno stimolo all’azione ed alla rivolta che è, di per sé, positivo.
In altri termini, esiste una dimensione ludico estetica della lotta sociale che non va sottovalutata, al contrario è uno stimolo all’azione, alla conoscenza, alla riflessione. per questa ragione, la foto di questi signori in fuga comunica più d mille volantini, di mille discorsi, di mille denunce.
Cidetto, vale comunque la pena di capire cosa esattamente successo. Air France-Klm lo scorso anno aveva annunciato il piano ォPerform 2020サ, che prevedeva un incremento nel prossimo quinquennio delle tratte a lungo raggio affidandosi per le rotte domestiche alla filiale regionale Hop! e per quelle a breve raggio alla low cost olandese Transavia (che avrebbe piche raddoppiato la sua flotta), oltre al “miglioramento” dei servizi di bordo per il passeggero. Insomma, un classico caso di esternalizzazione e di attacco al reddito ed alle condizioni di lavoro del personale giustificata dalle difficoltaziendali.
Questo piano era stato respinto dai piloti francesi, per l’ovvio timore del peggioramento delle condizioni contrattuali, visto che Transavia avrebbe assunto nuovi equipaggi con accordi poco onerosi. Uno sciopero di 10 giorni aveva costretto l’azienda a ritirare il progetto.
L’impatto dello sciopero, e dell’aborto di «Perform 2020» è stato pesante: circa 500 milioni di euro in meno nel risultato operativo, passato così da un potenziale di oltre 300 milioni a un rosso di 129 milioni, tradotto in una perdita netta di 198 milioni.
Air France-Klm si è comunque prefissata l’obiettivo di riportare i conti in nero nel 2015 con un piano «alternativo»: accelerando gli sforzi di riduzione del costo unitario dell’1,5% annuo per tre anni e proseguendo il «lavoro sulla produttività» e il costo del personale.
La messa in opera di questo piano “alternativo” al progetto di sviluppo “Perform 2020” interessa, nel dettaglio 300 piloti, 900 assistenti di volo e 1.700 membri del personale di terra. La società ha anche deciso la cancellazione degli ordini di nuovi aerei con la Boeing che riguardavano diciannove 787-9 e sei 787-10.
In altri termini, un’operazione non troppo diversa da quella che ha portato allo smantellamento di società come Alitalia.
Si tratta ora di domandarsi chi sono le vittime di questa operazione. Con ogni evidenza non siamo di fronte a soggetti proletari puri e duri ma ad un’aristocrazia del lavoro che, nella fase di sviluppo del capitalismo che si è data dopo la seconda guerra mondiale e grazie alla mediazione dello stato che ha attenuato l’impatto della concorrenza, ha conquistato redditi e condizioni di lavoro dignitosi.
Ora questo mondo precipita rapidamente e rudemente in basso, perde salario, diritti, sicurezze, status. Per usare un linguaggio classico, è proletarizzato e la proletarizzazione, come è noto, è dolorosa, dolorosa assai.
L’opposizione alla proletarizzazione proprio perché espressione di soggetti sociali non avvezzi alla condizione proletaria è spesso, non necessariamente, vivace come abbiamo verificato in questo caso.
Soprattutto la resistenza alla proletarizzazione porta alla nostra classe un patrimonio di esperienze, di lotte, di iniziative che ne arricchiscono la composizione tecnica e politica.
In altri termini, in questi giorni alla causa dei lavoratori sono stati fatti due doni preziosi, sta a noi approfittarne al meglio.
Cosimo Scarinzi